Sara Rezzola

LOVE DESIGN® – Edizione 2015

Desenzano del Garda (BS) 09/06/1987

Università degli Studi di Brescia

Sara Rezzola, dell’Università degli Studi di Brescia, si sta concentrando sull’analisi del melanoma uveale, studiando nuovi farmaci in grado di bloccarne la crescita e la diffusione.

Titolo del Progetto

Studio di nuove terapie anti-tumorali per il trattamento del melanoma uveale.

Ambito di ricerca

Mi occupo dello studio e della caratterizzazione di nuovi farmaci ad attività anti-tumorale, ponendo una particolare attenzione ai tumori oculari.

Focus

Il melanoma uveale è un tumore dell’occhio molto aggressivo. Colpisce ogni anno più di 20 milioni di persone nel mondo e la mortalità associata a questa patologia è elevata a causa dell’insorgenza di metastasi epatiche. Il mio progetto di ricerca è volto all’individuazione di nuovi farmaci in grado di bloccare sia la crescita del tumore nell’occhio, sia la sua diffusione metastatica.

Biografia

Sono nata a Desenzano del Garda nel 1987 e vivo a Calcinato in provincia di Brescia. Sin da piccola ho desiderato lavorare come ricercatrice e tutto il mio percorso di studi si è delineato di conseguenza. Ho ottenuto la maturità scientifica nel 2006 presso il Liceo G. Bagatta (Desenzano d/G). Nel luglio 2009 mi sono laureata in Biotecnologie e nel luglio 2011 in Biotecnologie Mediche presso l’Università degli Studi di Brescia. Dall’ottobre 2011 lavoro nel laboratorio di Oncologia Sperimentale diretto dal Prof. Marco Presta presso l’Università degli Studi di Brescia, prima come assegnista di ricerca e successivamente come dottoranda. Nel maggio 2012 mi sono sposata; mio marito lavora come coltivatore diretto nell’azienda di famiglia. Ho ottenuto il Dottorato di Ricerca nel dicembre 2015 e da gennaio 2016 sono borsista AIRC.

Perché ho scelto la ricerca

Sin da piccola ho desiderato diventare una ricercatrice per “trovare nuove cure e salvare le persone”, quando ancora non avevo nemmeno ben idea di cosa ciò significasse. Questa scelta si è però rafforzata nel tempo. Ricordo di aver capito che non avrei potuto studiare altro durante il corso di Biologia Generale, il primo semestre del primo anno del corso di laurea in Biotecnologie. Durante il mio percorso di studi universitario ho incontrato molti docenti capaci, i quali mi hanno indotta ad appassionarmi ad alcune materie più di altre. Durante il tirocinio ho scelto di dedicarmi all’oncologia sperimentale, campo che non ho più abbandonato. Purtroppo, come tutti ben sappiamo, fare ricerca in Italia è difficile, ci sono poche prospettive e pochi finanziamenti. Tuttavia è un lavoro che mi dà grandi soddisfazioni a livello personale e umano. È il mio lavoro, non vorrei fare nulla di diverso. E quindi si tiene duro.

Aspettative e risultati

L’obiettivo di questo finanziamento è trovare una nuova via per bloccare sia la crescita del melanoma uveale a livello oculare, sia la sua diffusione metastatica. Questo tumore è molto aggressivo e ad oggi, purtroppo, miete ancora troppe vittime. Questa borsa AIRC per me è la prima, ma il mio laboratorio, diretto dal Prof. Presta, è da lungo tempo finanziato da AIRC. Nell’agosto 2015 abbiamo pubblicato un lavoro scientifico su una prestigiosa rivista internazionale (Cancer Cell) in cui dimostriamo di aver scoperto una nuova molecola che in laboratorio si è dimostrata estremamente efficace nel bloccare alcuni tipi di tumore. L’obiettivo successivo sarà valutare se la medesima efficacia è riscontrabile anche nel trattamento dei pazienti.

Il ruolo di AIRC

AIRC finanzia il laboratorio del Prof. Presta da anni, garantendogli la possibilità di avere materiale e strumenti adeguati per poter fare ricerca a livelli di eccellenza. La borsa AIRC che mi è stata assegnata mi permetterà di lavorare e avere uno stipendio per i prossimi tre anni.

La mia giornata in laboratorio

Ogni mattina (quando riesco la sera prima) mi preparo il pranzo. Lavoro in laboratorio dalle 9:00 fino ad (almeno) le 18:00. Lavoro in un gruppo di circa 20 persone; passo più tempo con loro che con chiunque altro. Condividiamo tutto: il lavoro (con successi e frustrazioni), ma anche le pause caffè e i momenti di relax. Pranziamo insieme nell’area pranzo del laboratorio. La sera torno a casa e ceno con mio marito alle 20.30 circa.

I miei interessi fuori dal laboratorio

Io e mio marito amiamo viaggiare e, compatibilmente alle possibilità e agli impegni lavorativi, cerchiamo di organizzare un bel viaggio all’anno. Amo la musica italiana e credo che i soldi spesi per un concerto siano sempre un ottimo investimento. Leggo meno di quanto vorrei, mi ci dedico soprattutto nei fine settimana e durante le vacanze. Con mio marito mi occupo di volontariato presso la Parrocchia del nostro paese.